Net war e difesa NBC

La nuova scienza della guerra

Prospettive per i popoli mediterranei

di G.F. Guida

 

La scienza della guerra degli ultimi anni si è profondamente modificata caratterizzandosi per l’estensivo uso della tecnologia. Essa si esprime sia in nuovi sistemi di gestione delle operazioni belliche che nell’utilizzo di nuove sofisticate armi. La tecnologia sostiene anche la ripresa e l’evoluzione di vecchie armi definite di distruzione di massa.La cronaca ci propone le gesta di eserciti supertecnologici e tristi esempi di stragi organizzate da gruppi e paesi che alimentano il terrorismo. Tra di essi ricordiamo:

q       l’attacco con gas Sarin  alla metropolitana di Tokio nel marzo 1995

q       l’attacco della setta Aum Shinri Kyo causa di 7 morti e 240 feriti a Matsumoto

q       l’uccisione di migliaia di Curdi con il gas ad opera di Saddam Hussein in Iraq

Brevemente analizzeremo adesso come tali sistemi si sono evoluti e quale è la loro operatività.

Intendiamo per armi di distruzione di massa quelle armi non convenzionali, bandite dai trattati internazionali, che diffuse in piccole quantità tra la popolazione determinano la morte in tempi brevi ed in modo indiscriminato.  Tralasciando la componente nucleare a tutti nota che necessita di materiali, costi e tecnologie di alto livello per un utilizzo bellico di ampia portata e quella radiologica che utilizza scorie nucleari anche incorporate in ordigni tradizionali (bomba sporca)  restano le armi biologiche e quelle chimiche.

Le armi biologiche utilizzano microrganismi (batteri, funghi, virus, micoplasmi, rickettsie) e tossine (botulino, aflatossina, ricina). Gli agenti biologici più noti sono l’antrace, il colera, il vaiolo, la peste, la tularemia, le febbri emorragiche. Possono diffondersi, tramite contagio, in tempi brevi (1-5 giorni, tranne il vaiolo: 7-14 giorni) e provocare malattie e migliaia di vittime. Si caratterizzano per una diversa via di assorbimento e dose infettante. L’efficacia di tali sostanze è in rapporto alle modalità con cui esse sono diffuse, ai tempi con cui si procede alla loro identificazione, ai sistemi di protezione ed alle terapie mediche adottate. 

Principali caratteristiche degli agenti batterici

Agente

Contagio

Mortalità senza trattamento

Dose infez. micr./persona

Terapia

Antrace

P, D, R

P25%, D=50%

103-104 spore

A

Colera

D

50%

106

A, reidrataz.

Febbri emorragiche

CD

<90%

Sconosciuta

Sintomatici

Peste

V, R

Bubbonica: 50%

Polmon.: 100%

10

A

Febbre Queensland

V, R

< 1%

1

A

Vaiolo

CD, R, P

30-60%

1-100

Nessuno

Tularemia

V, P, R

30-40%

25

A

VEE

V, R

1%

25

Sintomatico

 

D=digestivo, R=respiratorio, P=pelle, V=vettore, CD=cont. Diretto A= antibiotici        Fonte:DERA/CPTI                                                                                     

 Gli agenti chimici possono entrare nel corpo umano attraverso i polmoni, i tessuti esterni (pelle, occhi), per inoculazione o per ingestione. Hanno diversa efficacia, persistenza e modalità di detossicazione. Dal punto di vista della prevalente azione fisiopatologica si distinguono in:

soffocanti (Es:. cloro e fosgene)

nervini o anticolinesterasici (Es.: pesticidi, organofosfati)

vescicatori (iprite, lewsite)

ad azione sul sangue (cianuro)

irritanti: lacrimogeni, starnutatori ed orticanti (es:. bromoacetone)

psicochimici od inabilitanti (ac. lisergico, mescalina)

Le principali caratteristiche fisiche e metaboliche degli agentiquesti agenti chimici sono illustrate nella seguente tabella

 

Le principali caratteristiche fisiche e metaboliche degli agenti chimici

Agente

Stato fisico

LCT50 (mg/min/m3)

ICT50 (mg/min/m3)

Velocità disintoss.

Persisten

za

Deconta

minaz.

Nervini

Liquido

30-400

24-300

Bassa

1-2 gg

Alcali

Vescicanti

Liquido

1200-3000

>3-300

Cumulativo

Ore, 1-2 gg

Fuoco

Acqua

Agenti sangue

Vapore/

liquido

2000-11000

Fino a 7000

Rapido

Minuti

No

 

LCT50=esposiz. letale per 50% popolaz., ICT50=esposiz. che causa incapacità 50% popolaz.

 La protezione dalle sostanze sopra elencate viene fornita da avveniristiche tute quali la SAFEGUARD 3002-A1 che oltre ad assicurare una efficace protezione NBC è una uniforme da combattimento tradizionale.

 

La scienza della guerra

Come già detto la nuova scienza della guerra ha  profondamente attinto alle tecnologie ed alle scoperte del secolo trascorso. Chiaro esempio ne è l’utilizzo delle armi con controllo di precisione: dieci anni fa appena il 3% in “Desert storm” oggi  il 97%.

Le teorie ed i programmi elaborati da tale scienza se da una parte hanno rivoluzionato strategie e logistica bellica dall’altra parte sono servite come propulsore per la tecnologia stessa ed hanno avuto ripercussioni politiche ed economiche.

Il sistema si fonda sulla realizzazione di una rete informatica digitale caratterizzata da:

una sorveglianza preventiva attraverso l'utilizzo dei satelliti ed aerei spia (U2  e Global Hawk) collegati ai radar ed alle emissione di segnali telefonici da parte degli obbiettivi.

una vigilanza aerea continua attraverso aeromobili con e senza equipaggio (AWACS, Boeing 707, Joint STARS, Predator) che continuamente analizzano cielo e terra inviando i dati alla centrale di comando.

collegamento tra le armi. Le unità mobili sono dotate di computer che trasmettono dati sulla loro posizione, sul carburante e sulle munizioni ai centri di coordinamento ricevendo informazioni, in tempo reale

aggiornamento continuo delle capacità operative e conoscitive dei militari.

La strategia militare terrestre viene così ad essere sconvolta in quanto, potendo operare continuativamente con il supporto aeronautico, supera il proprio limite logistico legato alla limitata potenza e continuità di fuoco.

Si profila così ai nostri occhi un panorama da guerre stellari. Elicotteri “Apache” ed aerei spia che possono lanciare missili in un raggio d’azione estremamente variabile per cui grandi volumi di fuoco alimentati da distanze remote possono essere concentrati in breve tempo.

Armi teleguidate da servizi informativi, cosiddette “intelligenti”, riescono a colpire con grande efficacia obiettivi selezionati indipendentemente dalle condizioni meteorologiche e di luce e sono più efficienti di dozzine di bombe tradizionali sganciate in dozzine di sortite aeree. Bombe laser ed all’infrarosso, bombe “a grappolo” capaci di annullare rapidamente infrastrutture e sistemi di telecomunicazione, bombe con gas incendiari adatte a distruggere agenti biologici. E ancora bombe termobariche capaci di distruggere bunker sotterranei e la “Robust nuclear earth penetrator” che può generare un terremoto localizzato. I missili, poi, possono essere lanciati da aerei che volano ad alta quota, da navi lontane o da sottomarini.

Il tutto è gestito da una rete di satelliti che garantiscono una copertura completa del territorio fornendo informazioni meteorologiche e logistiche. Sensori, sistemi di comunicazione, comandi ed armi vanno in una rete digitale che consente alle unità coinvolte un accesso simultaneo sia con il ruolo di informatore che di fruitore. Le classiche gerarchie comunicative verticali vengono così sostituite da forme di gestione reticolare dell’informazione.

E’ il massimo dell’efficienza militare che si esprime nel cosiddetto Network-centric warfare che, in conclusione, riducendo le perdite umane civili e militari, i costi, il periodo di belligeranza e facilitando la ricostruzione post-bellica determina vantaggi sia in termini etico-politici che economici.

Per concludere occorre auspicare  che la gestione di tali sistemi venga affidata ad organismi internazionali che, basati su sistemi democratici, abbiano la finalità di garantire un lungo periodo di benessere libero dal terrorismo e da tutti quei sistemi totalitari che vedono nella guerra un sistema barbaro per sopprimere la libertà e la giustizia.

Inviato il 15 aprile 2003

 

 

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